Così i parrocchiani di Ramini hanno chiesto al vescovo l’arrivo di un nuovo sacerdote. La situazione è al collasso. Il don non ha tempo nemmeno per occuparsi dei morenti. «Non vengono più fatte le estreme unzioni, il coro è stato cancellato, i pochi bambini che seguono il catechismo sono costretti a stare in chiesa o nei locali della Misericordia. Altri si sono trasferiti in altre parrocchie». La struttura è abbandonata all’incuria: ai ragazzoni subsahariani importa poco della sacralità del luogo in cui sono stati accolti: «Non solo, nel corso di un funerale, lo scorso luglio, l’acquasantiera della chiesa si presentava come un posacenere. Le biciclette spesso vengono lasciate appoggiate all’altare della sacrestia», spiegano i fedeli. «Il vescovo Tardelli, che ci ha incontrati lo scorso febbraio, ci aveva anche chiesto il massimo riserbo sulla questione e detto che sarebbe intervenuto in prima persona organizzando una riunione in chiesa insieme a don Massimo Biancalani. Siamo a ottobre e nessuno si è fatto vivo mentre la comunità parrocchiale è praticamente distrutta».