CHIESA BIVACCO PER IMMIGRATI:I FEDELI VOGLIONO LA TESTA DI DON BIANCALANI

Li ha voluti “accogliere tutti” lui, don Biancalani, e ha materialmente aperto le porte della sua parrocchia a 250 immigrati e trasformando la chiesa di Vicofaro in un campeggio per extracomunitari. Li ha voluti accogliere mettendo così alla porta l’intera comunità parrocchiale del quartiere, che non è di certo stata a guardare. Prima i volantini in forma anonima con insulti inequivocabili, ritrovati sul sagrato della chiesa. I primi malumori che serpeggiavano tra i parrocchiani, un brusio che è diventato sempre più forte col passare delle settimane. Oggi lo dicono chiaramente, come riporta la Nazione: il don «ultrà» dell’accoglienza deve andarsene. Le pecorelle hanno perso il loro pastore, troppo impegnato a dispensare solidarietà alle pecorelle più scure: e se il pastore si perde per strada un pezzo del gregge, significa che è ora di mandarlo a casa.

Così i parrocchiani di Ramini hanno chiesto al vescovo l’arrivo di un nuovo sacerdote. La situazione è al collasso. Il don non ha tempo nemmeno per occuparsi dei morenti. «Non vengono più fatte le estreme unzioni, il coro è stato cancellato, i pochi bambini che seguono il catechismo sono costretti a stare in chiesa o nei locali della Misericordia. Altri si sono trasferiti in altre parrocchie». La struttura è abbandonata all’incuria: ai ragazzoni subsahariani importa poco della sacralità del luogo in cui sono stati accolti: «Non solo, nel corso di un funerale, lo scorso luglio, l’acquasantiera della chiesa si presentava come un posacenere. Le biciclette spesso vengono lasciate appoggiate all’altare della sacrestia», spiegano i fedeli. «Il vescovo Tardelli, che ci ha incontrati lo scorso febbraio, ci aveva anche chiesto il massimo riserbo sulla questione e detto che sarebbe intervenuto in prima persona organizzando una riunione in chiesa insieme a don Massimo Biancalani. Siamo a ottobre e nessuno si è fatto vivo mentre la comunità parrocchiale è praticamente distrutta».